In arrivo un carico di novità per gli affezionati di Clubhouse, in grado di migliorare la navigazione all’interno della piattaforma
Clubhouse sta vivendo un momento di grande fermento, alla faccia di coloro che già lo vedevano sul viale del tramonto.
L’ESPERIMENTO DI WAVE
A fine settembre era stato lanciato Wave, opzione che permette di creare stanze private per intavolare conversazioni casuali o per un semplice saluto, disponibile per tutti i membri della community, ovviamente. Ricordiamo, per chi finora se lo fosse perso, che per inviare un Wave occorre fare swipe verso destra nella schermata principale o toccare l’icona con i puntini in basso a sinistra. Passaggio successivo è quello di cliccare sull’icona della mano accanto al nome della persona che si desidera contattare. Cosa succede a questo punto? Il diretto interessato riceve una notifica di saluto e, se disponbile, può avere accesso a una stanza privata, nella quale non sono ammesse persone estranee.
Si trattava già di un’idea carina, che rendeva Clubhouse più “umano” e fruibile anche per azioni più leggere e semplici, ma dai vertici dell’app hanno deciso di stupirci ancora di più, con proposte nuove di zecca che troveranno, ne siamo sicuri, molti consensi.
Ora che la piattaforma è aperta a tutti, ha deciso di migliorare l’esperienza degli utenti che vi si collegano, ma soprattutto semplificandola e rendendola più immediata. Se qualcuno, infatti, aveva constatato che la fruizione dell’app non era sempre così immediata, ecco che verranno introdotte novità realmente consistenti ed interessanti.
UN NUOVO MOTORE DI RICERCA PER CLUBHOUSE: UNIVERSAL SEARCH
Vediamo di cosa si tratta, partendo da Universal Search, funzione che permetterà non solo di facilitare la ricerca delle room, ma anche di reperire all’istante tutto ciò che si sta cercando. Non per niente, in italiano si traduce come Ricerca Universale, ed è davvero così: si potranno cercare, e trovare, non solo le room nelle quali si suddivide la piattaforma, e che rappresentano dunque la sua ossatura, ma anche persone, club, sale live ed eventi futuri in programma. In questo modo si accontentano gli utenti su due fronti: da una parte potranno rintracciare gli amici in maniera più rapida e intuitiva, dall’altro saranno sempre informati su ciò che c’è in programma, anche su eventi straordinari legati alla più stretta attualità. si potrà, dunque, essere sempre sul pezzo e avviare un confronto con gli amici più stretti tramite stanze private. Questa nuova funzionalità è disponibile da subito sia su iOS sia su Android, per due settimane nella scheda Esplora, e successivamente integrato nella Hallway.
CLIPS: UN FORMATO INEDITO PER CLUBHOUSE
Altra novità, che dimostra la volontà, da parte di Clubhouse, di rimanere al passo su tutti i fronti, e di proporre delle chicche sicuramente gradite, è Clips, la possibilità di condividere brevi video, di lunghezza massima di 30 secondi. In realtà, questa opzione è stata pensata in particolar modo per i creator, che in questo modo possono arricchire la propria esperienza e aumentare il proprio pubblico, ad esempio condividendo una specie di best of di quanto emerge dalle loro stanze.
Utilizzare questa funzione è piuttosto facile, basta decidere se abilitarla all’avvio di una stanza. A questo punto, viene visualizzata l’icona di una forbice, che permette, cliccandoci sopra, di immortalare un segmento degli ultimi 30 secondi. Nelle stanze aperte e pubbliche le Clips saranno attive per impostazione predefinita, ma con la possibilità di disattivarle in qualsiasi momento. Le Clips non sono disponibili per le stanze private o con restrizioni, per ovvi motivi, e possono essere salvate sul proprio smartphone o condivise sui social, ma anche nella galleria fotografica, nel caso si volessero apportare modifiche.
Attualmente, è disponibile solo in versione beta, quindi ad un numero limitato di utenti, ma presto verrà rilasciata la versione stabile e quindi Clips sarà fruibile a tutti coloro vorranno approfittarne.
CLUBHOUSE NON SARA’ SOLO IN DIRETTA
Un particolare cruccio dei più fedeli a Clubhouse è quello di perdersi una diretta particolarmente interessante, o una discussione importante in una room, perchè in quel momento non erano collegati. Ora, fortunatamente, si potrà ovviare a questo inconveniente, grazie all’introduzione della funzione Replays. Siamo d’accordo che uno dei grandi pregi di questa innovativa piattaforma sia la diretta, ma è giusto che chi non ha fatto in tempo a partecipare ad un evento al quale teneva particolarmente possa recuperare. La sua attivazione non è predefinita ma a discrezione, e va selezionata quando viene creata una stanza. In questo modo, sarà disponibile accedere alla differita, in modalità on demand, come fosse un podcast, e rimarrà disponibile per il download e la condivisione anche quando l’evento sarà terminato.
Novità parziale, perchè in realtà si tratta solo di una modifica, è Spatial Audio, migliorato e distribuito a tutti. Gli audio saranno scaricabili e condivisibili ovunque, ma non subito. Questa funzione verrà lanciata definitivamente solo tra qualche settimana. Ancora un po’ di pazienza, ma ne varrà la pena.
Clubhouse, social che si basa sulla componente vocale, torna alla ribalta con importanti novità
Sono in arrivo importanti novità che riguardano Clubhouse, e che noi pensiamo fossero davvero inevitabili.
Dopo un periodo di rodaggio, dunque, e con la fine della fase beta, la app regina dei messaggi vocali e dei podcast ha deciso di accontentare utenti ed addetti ai lavori e diventare accessibile a tutti.
Le due società vogliono essere in prima fila anche per la proposta di podcast e si affidano ad importanti collaborazioni
Se qualcuno pensava che il podcast fosse un canale di comunicazione di nicchia, forse ora dovrà ricredersi, perché ormai si trova su tutte le principali piattaforme, riscuotendo molto successo.
Sarà per questo che Spotify e Sony Music, non nuove in questo campo, hanno però voluto andare oltre, per non rimanere al palo, anche se in modi differenti.
Clubhouse sbarca su Android in tutto il mondo: si assisterà ad una nuova impennata di download?
Lo sbarco di Clubhouse su Android era davvero una notizia che tutti aspettavano e ha rispettato i tempi promessi. Era infatti stato annunciato ad inizio anno e c’era chi temeva che il lancio vero e proprio sarebbe arrivato dopo l’estate, e invece tutto è avvenuto secondo i piani. La versione beta, come ben sappiamo, era stata testata solo qualche settimana fa, per questo si pensava che i tempi sarebbero stati più lunghi, ma, come confermano i vertici della società stessa, la disponibilità di Clubhouse su Android è stata al centro delle richieste più pressanti ed insistenti da quando è stata lanciata la app ; per questo, non si poteva aspettare ulteriormente.
Inizialmente si è trattato di un debutto parziale, con una fase sperimentale solo per gli Stati Uniti, poi, dopo alcuni step, l’app è diventata scaricabile su Android a livello globale, quindi anche per l’Italia. Ciò che rimane invariato, e che continua a suscitare discussioni, è il sistema ad inviti. Vi illustriamo come funziona nel dettaglio: tutto deve partire da un contatto già iscritto, che inserisce il numero di cellulare di un nuovo ipotetico utente, il quale riceve via sms un link al quale collegarsi. L’accesso non è immediato, ma ci si mette in coda per avere l’ingresso definitivo.
Nonostante questa modalità di accesso, si pensa comunque che l’arrivo di Clubhouse su Android possa dare quella sferzata necessaria per affermarsi e affrancarsi tra i social più popolari, proprio ora che si trova in una fase di stallo, forse prevedibile vista la saturazione raggiunta su iOS. In realtà, nei mesi scorsi alcune tra le piattaforme più usate e visitate avevano già preso spunto e deciso di proporre nuovi prodotti che sfruttassero l’onda degli audio, considerando che si tratta di una novità molto apprezzata dagli utenti. E con lo scopo di arginare la concorrenza di Clubhouse.
Ad oggi, Android e iOS detengono il 98% della quota di mercato globale per i sistemi operativi mobili, anche se pare che il software di Google si stia attrezzando per coprire l’87% totale entro la fine del 2022. In questo modo, la fetta destinata a iOS, oggi al 22,17%, scenderebbe sotto l’11%.
E non si tratta dell’unica percentuale destinata a scendere, poiché negli ultimi mesi le installazioni di Clubhouse sono diminuite sensibilmente. Dopo un picco di 300mila nuove installazioni tra fine febbraio e inizio marzo, era comunque prevedibile un calo, ma i dati attuali sembrano piuttosto negativi, considerando che si tratta di una media di 15mila download. Per questo, le aspettative con lo sbarco su Android sono moltissime. Ovviamente, come già anticipato, le imitazioni fioccano e la concorrenza rimane altissima, anche perché arriva dai social più utilizzati: Twitter ha aperto a tutti i suoi Spaces, spazi audio all’interno dei tweet mentre Telegram ha lanciato le Audio Rooms nei gruppi crittografati. E non mancano nuove proposte anche da Facebook e Instagram.
L’attesa è finita, da venerdì pomeriggio il social network dedicato ai podcast sarà scaricabile da Android in Italia e in tutto il mondo
La notizia dell’arrivo di Clubhouse su Android, e quindi la possibilità di scaricare l’app basata totalmente su voce e podcast anche al di fuori di iOS, era arrivata solo pochi giorni fa ed ora ecco il tanto agognato aggiornamento.
Se, infatti, prima si sapeva solo che sarebbe stata fornita una versione beta disponibile esclusivamente negli Stati Uniti, con conseguente delusione per chi aspettava impaziente da questa parte dell’oceano, ora abbiamo una data valida anche per l’Italia.
La versione Android, dunque, è quasi pronta e presto sarà disponibile sui dispositivi di chiunque vorrà scaricarla e finalmente conoscere il social network di cui parlano tutti. Non si tratta di un pettegolezzo ma di un annuncio che arriva dalla stessa software house, che sta mettendo a punto gli ultimi dettagli ma ormai è quasi pronta.
Domani altri tre Paesi potranno effettuare il download da Android, e si tratta di Giappone, Brasile e Russia, poi venerdì mattina toccherà a Nigeria e India, ma nel pomeriggio, sempre di venerdì, 21 maggio, approderà dovunque e quindi anche in Italia. Tutti contenti? Non proprio, perché, anche se il download sarà concesso a chiunque vorrà effettuarlo, l’accesso e l’iscrizione veri e propri rimangono ad inviti e riservati solo ai maggiorenni.
Questo rappresenta per molti uno zoccolo duro difficile da abbattere ma responsabile dell’andatura col freno a mano che sta subendo Clubhouse nelle ultime settimane. Se, infatti, l’accessibilità non verrà ampliata, per intenderci se ancora si dovrà attendere un invito da chi è già partecipante, in tanti continueranno a storcere il naso circa la durata e il futuro di questa piattaforma.
Ma Clubhouse non vuole omologarsi agli altri social, in nessun modo e in nessun caso, anche se noi mettiamo le mani avanti e aggiungiamo…per ora.
Sappiamo che è stato respinto un tentativo di acquisizione da parte di Twitter, sia perché per ora non vuole mettersi in vendita, forte di una valutazione di quattro miliardi di dollari che potrebbe crescere ulteriormente, sia perché il progetto di evoluzione dell’app è ben chiaro nelle menti dei suoi fondatori e una vendita ne devierebbe il percorso.Per ora non possiamo prevedere se si tratti di una mossa vincente, ma stiamo alla finestra ad aspettare nuovi sviluppi, in molti sensi. Ci chiediamo, come tutti, se e quando Clubhouse rinuncerà all’accesso ad inviti, e quali nuove funzionalità verranno proposte, dopo l’arrivo su Android. Si sa, in queste circostanze le novità non sono mai sole, e sicuramente arriveranno presto novità. Che tutti i social cercheranno di adottare ed imitare, come è già accaduto con le stories e gli audio su Facebook e Instagram.
I detrattori e gli scettici ci sono ancora, e crediamo che ci saranno sempre, indipendentemente dalla concorrenza. I punti deboli imputati a Clubhouse sono, tra gli altri, l’impossibilità di seguire il social da chi ha problemi di udito, e in questo caso ci si chiede se e quando si provvederà ad un supporto che generi automaticamente sottotitoli, che potrebbero dunque aggirare la criticità e aumentare la fruibilità.
Altra caratteristica poco amata è stata la frammentarietà nella distribuzione, voluta comunque dalla stessa società. Se solo dopo un anno Clubhouse arriva su Android non è per un errore tecnico o per una mancanza, ma per una decisione consapevole e ben pensata. Ma è stata vista come una scelta snob, e ad avvalorare questa teoria c’è ovviamente l’accesso ad inviti.
Nei prossimi mesi, se non settimane, vedremo se ciò avrà un effetto boomerang sui download o se, al contrario, ci sarà un’impennata che metterà a tacere qualsiasi congettura avversa.
L’attesa è finita: il social di contenuti audio è ora scaricabile anche su Playstore. Ma l’accesso rimane ad inviti
Una novità annunciata, quella che arriva da Clubhouse, ma che conferma l’intenzione da parte del social di estendere la sua fruibilità a una platea di utenti ben più vasta.
D’ora in poi, infatti, sarà possibile scaricare la app anche da Android, anche se, per adesso, questa opzione sarà possibile solo per gli utenti statunitensi. Questo primo step servirà semplicemente per raccogliere feedback che potrebbero rivelarsi utili per correggere il tiro circa eventuali “falle” o mancanze. Insomma, gli americani faranno da cavie e poi l’app dovrebbe arrivare su Android perfetta per essere scaricata e utilizzata. Inoltre verranno introdotte le funzionalità relative a pagamenti e creazione dei club, ovviamente già operative nella versione iOS, da cui tutto è iniziato.
In realtà, se si va su Playstore, l’app è già visibile agli utenti, ma l’unica cosa che si può fare è preregistrarsi. Cosa comporta questo passaggio? Semplicemente, coloro che si preregistrano non dovranno più tornare su Playstore per controllare quando l’app è disponibile, poiché verrà installata automaticamente sul loro dispositivo.
Come dar loro torto, considerando che Clubhouse ha avuto una crescita più veloce rispetto alle aspettative? E questo, se da una parte potrebbe essere interpretato come un dato decisamente positivo, dall’altro, come hanno spiegato Paul Davison e Rohan Seth, ha portato svantaggi in termini di carico sui loro sistemi, con conseguenti interruzioni diffuse del server e errori di notifica. Ed è proprio ciò che i due fondatori vorrebbero tanto evitare in futuro.
Non pensiamo, però che Clubhouse abbia deciso di cambiare la sua policy, poiché, pur essendo disponibile anche sui dispositivi Android, rimarrà sempre un social network ad invito. Ciò significa che sarà possibile scaricare ed installare l’app ma non si avrà libero accesso. Si diventerà un utente a tutti gli effetti solo se qualcuno già registrato sulla piattaforma deciderà di inviare un invito a chi ancora non è presente. Questa è una scelta che fin dall’inizio è stata molto criticata, e che in tanti hanno indicato come causa di un repentino tracollo del social, ma la società crede molto in ciò che fa e la considera una opzione indispensabile per “mantenere misurata la crescita”.
Noi crediamo anche che si tratti di una volontà di mantenere alto il livello dei contenuti dell’applicazione, grazie ai quali si distingue da tutti gli altri social. L’apertura ad Android sarà dunque la prova del nove, poiché dai vertici di Clubhouse si spera che, con questa nuova ondata, non accada più di dover “spostare la nostra attenzione sulle assunzioni, le riparazioni e sul far crescere la società piuttosto che focalizzarci sugli incontri con le community e sul raccontare le caratteristiche dei nostri prodotti, cosa che di norma ci piace di più fare”, come hanno ribadito chiaramente Davison e Seth sul blog della società.
Trattandosi di una piattaforma valutata 4 miliardi di dollari, e considerando i tentativi di imitazione da parte di Twitter e Facebook con nuove opzioni audio, forse ci hanno visto lungo.
Intervista a Fabiana Sera, podcaster, doppiatrice, e tanto altro, sulle potenzialità di questo social, capace di proposte interessanti e di alto livello
Se Clubhouse è una piattaforma che si basa sui podcast e, quindi, sulle voci, chi meglio di un doppiatore può farci capire di che social si tratta? Per la nostra terza intervista relativa al mondo di Clubhouse ci siamo dunque rivolti a Fabiana Sera che, oltre a doppiare personaggi di cartoni animati e serie tv, è anche una speaker radiofonica, un’attrice, una podcaster e una diction coach. Insomma, si tratta senza dubbio di una voce autorevole che ha un’idea molto chiara di ciò che possiamo aspettarci da questa nuova app.
Quale è l’approccio che Clubhouse ha nel panorama dei social networks?
Clubhouse è andato a riempire un buco della comunicazione. All’inizio del 1900 c’è stato un signore armeno, di nome Mehrabian, che ha stabilito una cosa molto importante e intelligente: ovvero che la comunicazione si articola in tre canali molto grandi. Il primo canale è la comunicazione scritta, il secondo è la comunicazione visiva e il terzo è il modo in cui comunichiamo. Facebook, come social, è andato a riempire il canale scritto, ovvero le parole, Instagram aveva già riempito la parte visiva, ovvero la comunicazione meta verbale, e le immagini, ciò che noi vediamo. Clubhouse è andata invece a riempire le parole, soprattutto per come sono dette. Quindi si focalizza non su ciò che noi scriviamo ma su come lo diciamo, sul tono e sull’intenzione di ciò che vogliamo esprimere. Ha coperto un buco di mercato e lo ha fatto con la voce, mossa molto cool e intelligente.
E proprio relativamente a questo: quale è l’approccio che i brand invece stanno avendo su Clubhouse?
I brand vanno molto piano. Questo perché Clubhouse, a differenza degli altri social, ha una policy molto rigida. Non mette solamente un limite di iscrizione agli utenti legato all’età ma ha introdotto anche una serie di divieti per i brand stessi, soprattutto all’inizio. Ha impedito loro di fare e farsi pubblicità. Poi chiaramente si è adeguato alle richieste delle aziende che volevano capire come funzionasse e, tuttora, questo rapporto è in continua evoluzione.
Come possono fare, dunque, i brand che desiderano farsi conoscere e sfruttare questa piattaforma?
Per risponderti alla prima domanda devo fare una premessa: oggi i brand non possono avere ancora un profilo ufficiale su Clubhouse ma possono invece creare dei club. Ikea è stato il primo, timidamente, a entrare in questo meccanismo creando room e aggirando quindi questo ostacolo. Alcune stanze, chiamate “Ikea, come ti struttura un bagno “per esempio, sono servite proprio a questo scopo. In linea di massima però l’ingresso dei brand è stato molto timido.
In Italia soprattutto non c’è ancora una realtà ben definita. Si fa affidamento spesso sulle notizie provenienti dall’America, dove c’è una Agora che informa passo dopo passo su aspetti legati alla monetizzazione, che dovrebbe partire attraverso tips per club e rooms a seconda del gradimento dei content.
Entrando invece nel merito della seconda questione mi viene da dire che i marchi, mancando le immagini su Clubhouse, dovranno puntare soprattutto sullo storytelling. I brand, dovendo compiere una narrazione solo audio non potranno più imbrogliare. Io, naturalmente, da storyteller e da persona che lavora con le parole, dico: “Viva Dio”!
Un aspetto correlato a questo è che, per attirare l’attenzione degli ascoltatori, le aziende dovranno presentare proposte e prodotti di qualità. Si spera che emerga finalmente il talento delle persone, dei professionisti che lavorano col brand. Le aziende inoltre dovranno essere brave non a fare operazioni di marketing vere e proprie ma dovranno aggirare il marketing stesso. Se voglio vendere viaggi, dovrò far sognare; se voglio vendere un panino, che cosa riporto alla mente? Farò ricordare la nonna che preparava la merenda con pane e mortadella, la fragranza del pane croccante…
Ti descrivo inoltre come mi prefiguro una corretta presenza delle aziende su Clubhouse. Per farlo cito un mio club, “il Club Napoli”, nel quale parliamo di cucina napoletana. All’interno del club invitiamo spesso ospiti: una volta abbiamo invitato per esempio degli esponenti del consorzio del pastificio di Gragnano che ci hanno spiegato alcuni segreti della pasta simbolo di questo luogo o un’altra volta era presente uno chef dei Monsù, la cucina più antica del mondo nata proprio a Napoli. Io mi immagino quindi la presenza di queste room tematiche nelle quali non si dica da parte del brand “io sono Cirio” o “io sono Barilla”, in quanto la policy per ora lo vieta, ma penso a un padrone di casa che ha scritto nella bio chi è e che l’utente la vada a vedere e capisca chi sia. Dal mio esempio si evince anche come i brand debbano essere attenti nella scelta di ospiti e che questi chiaramente siano esponenti del macrocosmo del quale vogliono a parlare e che possano portare valore alla Room. Non bisogna infine dimenticare che Clubhouse può costituire anche uno specchietto per le allodole in quanto il brand carpisce l’attenzione e spinge a cercare il suo marchio anche fuori, ricordando che sulle piattaforme di podcast potrai ascoltare i loro contenuti o trovarlo nel suo negozio o sul sito.
Quali sono i rischi delle aziende che parlano su Clubhouse?
Un rischio di una azienda, oltre alla dispersione dopo il breve periodo, è sicuramente l’ego. Come dice una delle leggi della comunicazione un marchio deve portare il suo ospite dove vuole il brand stesso facendogli però capire però che è stato lui ad arrivarci spontaneamente, quindi attraverso la persuasione. Se invece il brand parlerà troppo di sé stesso, potrebbe creare l’effetto di svuotamento della room, in quanto la policy, molto severa, lo vieta. Se invece ci sarà un buon storytelling e si farà un passo indietro sull’ego, se il brand riuscirà a non essere imbonitore ma a portare valore e ad arricchire di nozioni nuove le persone della room, allora le probabilità di successo saranno alte e le persone ospiti saranno portate automaticamente, anche loro sponte, ad andare a vedere il prodotto pubblicizzato. Se invece i marchi cercheranno di vendere qualcosa in modo diretto, ci sarà lo svuotamento perché, ricordiamoci, Clubhouse è un social e io da utente non sto entrando in un negozio per comprare. L’utente entra nel social per passare il suo tempo libero e, quindi, la prima cosa che cerca è un arricchimento. Dopodiché, si può decidere spontaneamente di entrare, per esempio nel club di Podcastory, in quello di Ikea, o di qualsiasi altro brand, per guardare le offerte dei brand stessi, ma qui il discorso è diverso. Entra in gioco la persuasione, l’utente è persuaso da quello che gli ha dato Ikea o un’azienda qualunque e quindi va in seconda battuta a visitarla.
Qual è secondo te il futuro di questa piattaforma?
Sicuramente attualmente c’è una curva tendente a salire perché costituisce una novità e naturalmente, come ogni novità, viene abbracciata dalle persone. Nelle room si dice che, con un ritorno alla normalità, è possibile che possa avere invece un periodo di calo in fatto di download, navigazione e tempo passato nelle rooms. Secondo il mio parere ci potrebbe anche essere una curva fisiologica discendente tra 6 mesi, seguita però da una ricrescita data dall’ingresso di Android. Clubhouse dovrà fare attenzione in futuro anche ai competitor Spaces di Twitter. Attualmente però è sempre il primo in questo settore.
La mia previsione su Clubhouse è condizionata anche dalla mia esperienza su questo social, che è assolutamente positiva: da quando sono sulla piattaforma sto imparando infatti un sacco di cose. Io modero qualche volta delle room e in queste occasioni sto apprendendo moltissimo dai partecipanti che , molto spesso, hanno un livello di cultura alto.
Parola d’ordine: mantenere alta la qualità
Ricollegandomi al discorso fatto in precedenza penso che, se la qualità e il valore continueranno ad esserci su Clubhouse, non vedo perchè, alla fine della pandemia, gli utenti non dovrebbero più frequentarla. Se infatti vengo arricchita e creo valore su Clubhouse, continuerò a rimanerci. Per farti un esempio, le persone, da quando c’è Clubhouse, non ascoltano più la radio o comunque la ascoltano meno in quanto Clubhouse offre un ascolto attivo, si può partecipare e dire la propria opinione. Le persone vogliono essere ascoltate, hanno bisogno di storie. Clubhouse rappresenta il ritorno alle radio libere degli anni ’70, è veramente una grandissima cosa. La discesa della piattaforma ci sarà perchè è un qualcosa di fisiologico, perché ora è una novità, ma se Clubhouse continuerà ad apportare valore nella vita delle persone, anche con i brand che potrebbero fare la differenza, continuerà come ogni social, dei quali spesso annunciano la morte, con una nuova vita. Sempre che la Policy lo permetta: ma perché non dovrebbe?
Fabiana Sera ci ha illustrato le potenzialità di Clubhouse soffermandosi sulle possibilità dei brand di presentare un proprio lato diverso da quello istituzionale. Ci chiediamo se davvero i marchi sapranno cogliere questa opportunità, in un’era in cui sono sempre più importanti l’empatia e la capacità di prevedere, e dunque accontentare, le esigenze degli utenti.
Questo mood potrebbe rappresentare il punto di svolta per questa piattaforma, ancora tutta da scoprire, anche in previsione, e qui siamo d’accordo con Fabiana, di un fisiologico calo di ascoltatori. Del resto, un periodo di assestamento dopo l’entusiasmo iniziale è pressoché inevitabile, ma con le dovute correzioni crediamo che Clubhouse possa sopravvivere alla grande.
Senza dimenticare la qualità e il livello alto, che non dovranno mai abbassarsi.
Clubhouse, nonostante sia una un social di recentissima nascita, come tutti gli attori nel mondo digitale si deve evolvere continuamente per evitare di perdere la corsa all’utenza e per continuare a garantire ai propri iscritti la migliore user experience possibile. Per far si che questo accada, il social lanciato nel 2020 da Paul Davison e Rohan Seth ha pensato di introdurre recentemente alcune facilitazioni significative:
La prima è rivolta a chi ha già un club. Per queste persone Clubhouse ha introdotto la possibilità, una volta che vogliono programmare un loro evento, di ricevere un link funzionante con gli inviti, che potranno condividere esternamente con amici, colleghi o followers. Se questi ultimi non dovessero essere su Clubhouse potranno saltare la lista d’attesa, partecipare all’evento e entrare automaticamente nel club stesso.
La seconda novità riguarda gli eventi. Da ora in avanti, quando qualcuno vedrà la pagina di un club, potrà vedere ogni evento che il club ha programmato in cima all’elenco.
Un altro cambiamento è poter vedere il numero totale dei follower e dei membri sulle pagine dei club. Prima, infatti, le pagine riportavano solamente il numero dei membri, cosa che non aiutava a capire se complessivamente il club avesse molti followers.
C’è inoltre una qualità audio più alta. Lo scorso mese, infatti, la piattaforma ha reso possibile la modifica della qualità dell’audio del singolo utente. Per aumentarla ulteriormente basterà toccare il tasto “…” e selezionare una definizione sonora maggiore.
Fa il suo ingresso anche la nuova funzione “è in chiamata”. Questa misura nasce per prevenire l’interruzione di frasi o di conversazioni dovute al ricevere chiamate dall’esterno. Se questo dovesse succedere in una riunione su Clubhouse da ora in avanti si potrà vedere una piccola icona sulla foto del profilo della persona interessata che indica appunto che è in chiamata.
Nuovi sono anche i suggerimenti del social basati esclusivamente sulla lingua parlata. Prima infatti, quando si cercavano gli elenchi tematici, le proposte non prendevano troppo in considerazione la lingua, così molte persone in giro per il mondo vedevano moltissimi club in lingua inglese. Ora che saranno invece basati più accuratamente su questo nuovo filtro si spera che possano fornire una esperienza maggiormente personalizzata e valida per ogni utente.
E’ migliorata inoltre la qualità delle ricerche, delle notifiche e la prevenzione da qualsiasi forma di malfunzionamento. Sono messi anche a disposizione numerosi strumenti per migliorare continuamente la sicurezza e la fiducia dell’utente.
E’ recente infine la nuova collaborazione con Drue Kataoka! Nata a Tokyo e cresciuta nella West Coast, Drue è un’artista, una tecnica e un’attivista. L’artista giapponese usa le piattaforme personali per organizzare eventi, campagne, conversazioni e rappresentazioni artistiche che facciano aumentare la conoscenza dei problemi della società contemporanea: dall’odio e dalla violenza verso la comunità asiatica americana alla giustizia razziale e ai diritti delle donne. Da quando si è unita a Clubhouse nel giugno scorso, Drue ha portato la sua passione per l’arte e l’attivismo su questa piattaforma fondando l'”Art Club”, promuovendo numerose iniziative filantropiche e iniziando conversazioni come la “#24HoursofLove” o la campagna “#StopAsianHate”, che ha raccolto quasi $85,000 per la Federazione Asiatico-Americana.
Queste sono le principali innovazioni apportate da Clubhouse, solo il trascorrere dei prossimi mesi dirà se si saranno rivelate efficaci o meno.
Clubhouse sta ormai diventando una realtà sempre più conosciuta e consolidata, e noi abbiamo ancora una volta voluto offrirvi un’informazione a tutto tondo andando a chiedere a chi sta già sperimentando le potenzialità di questo nuovo social network.
Ci siamo rivolti a Rossella Pisaturo, giornalista pubblicista, Content Specialist Ninja Marketing nonché speaker radiofonica su RCS75, che quindi sa di cosa si parla quando si tratta di “metterci la voce”.
Quale potrebbe essere la caratteristica che sta permettendo il successo di Clubhouse?
Secondo me la principale caratteristica del suo successo è che, trattandosi di una piattaforma audio e che funziona quindi solo con l’uso della voce, non ha bisogno di particolari sovrastrutture, come accade invece per i social network tradizionali. Su Facebook e Instagram si deve per esempio stare attenti alla posa, al filtro o al trucco mentre su Clubhouse ogni persona, non essendo visibile, si può connettere in qualsiasi momento senza badare a questi aspetti.
La trasparenza sembra essere dunque la grande novità di questo nuovo social.
Rossella Pisaturo lo ribadisce nelle frasi successive: “La presenza di room tematiche, alcune trattano di marketing, altre di business, o di altri e diversi argomenti, non ti permette di fingere. Lì esce la nostra vera natura, e soprattutto si mostrano le proprie competenze, non si può barare attraverso stratagemmi”. Alla fine su Clubhouse è come avere una conversazione tra amici o colleghi ma che avviene in tempo reale. Non ci si può quindi preparare in anticipo alle domande e occorre rispondere con ciò che realmente si sa e si è.
Un altra caratteristica tipica di Clubhouse è l’esclusività, anche se pare che ora stia diventando più accessibile: “Almeno all’inizio è nata come piattaforma esclusiva in quanto funziona tramite invito. Questa cosa faceva molto gola ai pionieri del digitale che volevano entrarci, ma adesso devo dire che il bacino di utenza si è sicuramente allargato”.
Quali possono essere le opportunità e quali i rischi ad utilizzare Clubhouse per gli utenti e per gli imprenditori?
Io credo che per gli imprenditori sia essenziale conoscerla e sfruttarla in quanto molte aziende già stanno iniziando ad investire su questa piattaforma. Anche noi di Ninja Marketing abbiamo creato la prima room ,in collaborazione con Birra Peroni, nel giorno di San Valentino dedicata alle migliori campagne digitali con tema proprio San Valentino. Devo dire che è stato un bell’esperimento che porteremo avanti con nuove collaborazioni. Sono certa che questa esperienza positiva possa comunque essere da traino per tutte le altre aziende che hanno voglia di investire in questo nuovo social, dal momento che si tratta sicuramente della piattaforma del momento, e che bisogna battere il chiodo finché è caldo.
Per gli utenti invece potrebbe essere anche un buon trampolino di lancio per farsi conoscere e farsi vedere.
Clubhouse potrebbe diventare una fonte di reddito per gli utenti? Come potrebbe funzionare la monetizzazione di questo social?
Sì, io credo che potrebbe diventare una piattaforma monetizzabile. La figura dei moderatori, ad esempio, viene già monetizzata.
Il moderatore, come avevamo già anticipato in un precedente post, rappresenta spesso il fulcro delle stanze di Clubhouse e deve avere caratteristiche da leader. Così ci dice anche la stessa intervistata: “La figura del moderatore credo sia cardine in questo momento perché è quella che poi dà le redini e dà il focus“. Il moderatore quindi, molto spesso scelto per la sua fama o per la sua capacità ,oltre a essere una figura sempre più essenziale se si vuole avere una room precisa e molto articolata, potrebbe quindi diventare anche un lavoro in futuro.
Quale pensi possa essere il futuro di Clubhouse?
Io credo che Clubhouse sia sicuramente una piattaforma da tenere d’occhio, perché sta dando vita a diverse collaborazioni importanti e sta creando una rete di contatti fondamentali. La rete che si crea tramite questo social infatti è un fenomeno da analizzare con estrema attenzione. Questa piattaforma potrebbe addirittura andare quasi a sostituire il social network di Zuckerberg. Già nell’ultimo trimestre l’utenza di Facebook è diminuita e questo potrebbe collegarsi alla crescita parallela di Clubhouse.
Ciò che è emerso da questa interessante intervista è che Clubhouse si presta a molti utilizzi, che non sono solo quelli di puro intrattenimento o svago, ma che al contrario coinvolgono anche la sfera professionale, in termini di contatti e di condivisione delle proprie competenze.
Inoltre, abbiamo avuto modo di constatare la continua evoluzione di questa piattaforma, inizialmente molto di nicchia ma ora grandemente cercata e desiderata da utenti e professionisti che desiderano mettersi in gioco e ampliare i propri orizzonti.
Non ultime sono le potenzialità lavorative, a partire dalla figura chiave del moderatore che, se capace di far funzionare una stanza o di attirare un alto numero di ascoltatori e speaker, diventa un personaggio ricercato e quindi, remunerato per mettersi a servizio di chi chiede il suo intervento.
Cosa si può fare e cosa non si può fare su Clubhouse? Ecco un vademecum per gli utenti
Per utilizzare Clubhouse senza rischiare di avere brutte sorprese, o fare brutte figure, è necessario sapere bene quali sono le regole da seguire, e, una volta apprese, capire cosa succede nel momento in cui si infrangono. Noi vi suggeriamo di impararle e rispettarle alla lettera, non solo perché, nel momento in cui si entra a far parte di un nuovo social o di un nuovo club è altamente consigliato attenersi ad un regolamento già stabilito da chi è arrivato prima di noi, ma anche per non correre il rischio di venire espulsi, e non poterci tornare più. E, considerando quante sono le potenzialità di questa nuovissima ed innovativa piattaforma, sarebbe un vero peccato.
Ovviamente, è ugualmente sconsigliato incoraggiare altri a violare il regolamento, anche perché l’espulsione avverrebbe sia per chi non ha ascoltato le regole, sia per chi ha fomentato un comportamento scorretto.
Parola d’ordine: rispettare le regole
Per fare chiarezza ed evitare di trovarsi in situazioni spiacevoli, ecco un vademecum con le regole imposte da Clubhouse:
È necessario utilizzare un nome e un’identità reali nel servizio: come già anticipato, Clubhouse non prevede, né ammette, l’iscrizione utilizzando pseudonimi o nickname, come invece accade regolarmente in altri social network. Ciò significa che si chiede una partecipazione diretta da parte di chi si iscrive, senza alcuna maschera. Occorre avere almeno 18 anni per utilizzare Clubhouse, o di più quando richiesto dal proprio Paese di origine: in altre parole, o si è maggiorenni o non si può entrare.
Sono assolutamente vietati abusi, bullismo o molestie nei confronti di persone o gruppi di persone. Per questo motivo, lo storico delle rooms viene conservato per 24 ore, in modo da dare la possibilità di segnalare violazioni in tal senso e bloccare o espellere chi se ne rende colpevole.
Un’altra regola ferrea, che serve per tutelare gli utenti di Clubhouse, è l’assoluto divieto di discriminare gli altri, o di tenere comportamenti irrispettosi o, ancora peggio, fare minacce violente o recare danno ad un’altra persona o a gruppi di persone.
Se, da una parte, non vengono accettati nickname all’atto dell’iscrizione, per garantire trasparenza, dall’altra la privacy è rigorosamente tutelata, e per questo è vietato condividere, minacciare di condividere o incentivare la condivisione di informazioni private di altre persone senza la loro previa autorizzazione. Sempre per lo stesso motivo, non è concesso trascrivere, registrare o riprodurre e condividere le informazioni ottenute in Clubhouse senza previa autorizzazione. Non è possibile neanche sostenere conversazioni o ovviamente caricare contenuti che possano violare la proprietà intellettuale o qualsiasi altro diritto di proprietà.
L’informazione è alla base del buon funzionamento e del successo di Clubhouse, pertanto deve essere corretta: va da sé che non è possibile diffondere informazioni false o spam, oppure partire da informazioni corrette e amplificarle, oppure, al contrario, ometterne una parte o la loro totalità.
Vietato anche condividere o promuovere informazioni che hanno lo scopo, o potrebbero provocare danni a persone o gruppi di persone, sia maggiorenni sia minorenni. Clubhouse non può essere utilizzato per condurre attività non autorizzate o illegali. Inoltre, non sono permessi account duplicati, o con badge e false speaking, oppure con tag name falsi. In caso di doppi account, o di fake, è prevista una segnalazione e la richiesta della ID card.
Occorre tenere presente che tutte le segnalazioni vengono analizzate e che, quando un audio viene riportato, si analizza solo il file incriminato, lasciando da parte gli altri speaker. In casi particolarmente gravi, oltre ad essere bannati, si arriva all’espulsione definitiva e, in casi davvero limite, anche alla denuncia.
Come usare Clubhouse
Vediamo ora, dopo aver assimilato diligentemente il regolamento, cosa è possibile fare all’interno di Clubhouse:
Bisogna pensare a questa piattaforma come ad un enorme crocevia in cui è possibile incontrare molte persone interessanti. Come si fa? Semplicemente ascoltando, cliccando sulle icone degli utenti presenti nella stessa stanza, e magari scoprendo che tra queste c’è qualcuno con le stesse affinità ed interessi, o che ha competenze che potrebbero rivelarsi utili dal punto di vista umano o professionale. Ovviamente, con lo stesso scopo ci si può addentrare in altre rooms, o anche abbandonare una stanza per esplorarne un’altra, semplicemente lasciandosi trasportare dalla curiosità e da ciò che può sembrare interessante o arricchente.
Non a caso, è ammesso il ghosting, che non è malvisto ma considerato una buona mossa per conoscere Clubhouse e venire a contatto con più realtà possibili, fino a trovare ciò che meglio si addice a noi o che meglio soddisfa le nostre ricerche. Questo significa che, anche nel momento in cui si vuole abbandonare una stanza, o perché non la si trova stimolante oppure perché abbiamo già immagazzinato le informazioni che stavamo cercando, ci dobbiamo sentire liberi di farlo anche senza avvisare. E senza sensi di colpa: nessuno si offenderà.
Come per qualsiasi altro social, anche qui c’è piena libertà su chi seguire o chi smettere di seguire, senza per forza indicarne i motivi. Per farlo, occorre solamente andare sul profilo dell’utente che stiamo per “lasciare” e deselezionare il pulsante “Stai seguendo”. La persona deselezionata non riceverà nessuna notifica e non arriveranno ulteriori aggiornamenti sulla sua attività.
Allo stesso modo, è possibile bloccare gli utenti: sul loro profilo, si clicca sui tre punti verticali in alto a destra e si seleziona la voce “Blocca”. In questo modo, questi utenti non potranno né vedere né tantomeno partecipare ad una stanza da noi creata, in cui siamo moderatori o oratori.
Ovviamente, al contrario, se un utente bloccato sta parlando in una stanza in cui potremmo esserci anche noi, noi non riceveremo la segnalazione dell’esistenza di quella stanza, poiché si tratta di una impostazione predefinita. Sarà però presente una capsula nella parte inferiore del feed che ci informerà dell’esistenza di quella stanza. Per vederla, quindi, si potrà scegliere di toccare quella capsula e rivelare la stanza. Nessuna notifica arriverà neppure nel caso in cui, essendo un membro attivo del pubblico, entrerà nella stanza anche un utente bloccato.
A proposito di utenti bloccati, infine, è bene sapere che se nella nostra rete c’è qualche utente già bloccato da molte persone, il suo profilo sarà corredato di un punto esclamativo, per metterci in guardia e stare all’erta. Soprattutto nel caso di selezioni di partecipanti da invitare in una stanza o da portare addirittura sul palco.
5 Ott 2021
Le ultime novità di Clubhouse
In arrivo un carico di novità per gli affezionati di Clubhouse, in grado di migliorare la navigazione all’interno della piattaforma
Clubhouse sta vivendo un momento di grande fermento, alla faccia di coloro che già lo vedevano sul viale del tramonto.
L’ESPERIMENTO DI WAVE
A fine settembre era stato lanciato Wave, opzione che permette di creare stanze private per intavolare conversazioni casuali o per un semplice saluto, disponibile per tutti i membri della community, ovviamente. Ricordiamo, per chi finora se lo fosse perso, che per inviare un Wave occorre fare swipe verso destra nella schermata principale o toccare l’icona con i puntini in basso a sinistra. Passaggio successivo è quello di cliccare sull’icona della mano accanto al nome della persona che si desidera contattare. Cosa succede a questo punto? Il diretto interessato riceve una notifica di saluto e, se disponbile, può avere accesso a una stanza privata, nella quale non sono ammesse persone estranee.
Si trattava già di un’idea carina, che rendeva Clubhouse più “umano” e fruibile anche per azioni più leggere e semplici, ma dai vertici dell’app hanno deciso di stupirci ancora di più, con proposte nuove di zecca che troveranno, ne siamo sicuri, molti consensi.
Ora che la piattaforma è aperta a tutti, ha deciso di migliorare l’esperienza degli utenti che vi si collegano, ma soprattutto semplificandola e rendendola più immediata.
Se qualcuno, infatti, aveva constatato che la fruizione dell’app non era sempre così immediata, ecco che verranno introdotte novità realmente consistenti ed interessanti.
UN NUOVO MOTORE DI RICERCA PER CLUBHOUSE: UNIVERSAL SEARCH
Vediamo di cosa si tratta, partendo da Universal Search, funzione che permetterà non solo di facilitare la ricerca delle room, ma anche di reperire all’istante tutto ciò che si sta cercando. Non per niente, in italiano si traduce come Ricerca Universale, ed è davvero così: si potranno cercare, e trovare, non solo le room nelle quali si suddivide la piattaforma, e che rappresentano dunque la sua ossatura, ma anche persone, club, sale live ed eventi futuri in programma.
In questo modo si accontentano gli utenti su due fronti: da una parte potranno rintracciare gli amici in maniera più rapida e intuitiva, dall’altro saranno sempre informati su ciò che c’è in programma, anche su eventi straordinari legati alla più stretta attualità. si potrà, dunque, essere sempre sul pezzo e avviare un confronto con gli amici più stretti tramite stanze private.
Questa nuova funzionalità è disponibile da subito sia su iOS sia su Android, per due settimane nella scheda Esplora, e successivamente integrato nella Hallway.
CLIPS: UN FORMATO INEDITO PER CLUBHOUSE
Altra novità, che dimostra la volontà, da parte di Clubhouse, di rimanere al passo su tutti i fronti, e di proporre delle chicche sicuramente gradite, è Clips, la possibilità di condividere brevi video, di lunghezza massima di 30 secondi.
In realtà, questa opzione è stata pensata in particolar modo per i creator, che in questo modo possono arricchire la propria esperienza e aumentare il proprio pubblico, ad esempio condividendo una specie di best of di quanto emerge dalle loro stanze.
Utilizzare questa funzione è piuttosto facile, basta decidere se abilitarla all’avvio di una stanza. A questo punto, viene visualizzata l’icona di una forbice, che permette, cliccandoci sopra, di immortalare un segmento degli ultimi 30 secondi. Nelle stanze aperte e pubbliche le Clips saranno attive per impostazione predefinita, ma con la possibilità di disattivarle in qualsiasi momento.
Le Clips non sono disponibili per le stanze private o con restrizioni, per ovvi motivi, e possono essere salvate sul proprio smartphone o condivise sui social, ma anche nella galleria fotografica, nel caso si volessero apportare modifiche.
Attualmente, è disponibile solo in versione beta, quindi ad un numero limitato di utenti, ma presto verrà rilasciata la versione stabile e quindi Clips sarà fruibile a tutti coloro vorranno approfittarne.
CLUBHOUSE NON SARA’ SOLO IN DIRETTA
Un particolare cruccio dei più fedeli a Clubhouse è quello di perdersi una diretta particolarmente interessante, o una discussione importante in una room, perchè in quel momento non erano collegati. Ora, fortunatamente, si potrà ovviare a questo inconveniente, grazie all’introduzione della funzione Replays.
Siamo d’accordo che uno dei grandi pregi di questa innovativa piattaforma sia la diretta, ma è giusto che chi non ha fatto in tempo a partecipare ad un evento al quale teneva particolarmente possa recuperare.
La sua attivazione non è predefinita ma a discrezione, e va selezionata quando viene creata una stanza. In questo modo, sarà disponibile accedere alla differita, in modalità on demand, come fosse un podcast, e rimarrà disponibile per il download e la condivisione anche quando l’evento sarà terminato.
Novità parziale, perchè in realtà si tratta solo di una modifica, è Spatial Audio, migliorato e distribuito a tutti. Gli audio saranno scaricabili e condivisibili ovunque, ma non subito. Questa funzione verrà lanciata definitivamente solo tra qualche settimana. Ancora un po’ di pazienza, ma ne varrà la pena.