video

Video podcast di Spotify accessibili a tutti

Dopo una prima fase sperimentale, i video podcast diventano una realtà per tutti i mercati Spotify

E alla fine arrivano i video! Da oggi, infatti, è possibile, in tutti i 180 mercati in cui Spotify è presente, usufruire, da parte dei creatori di podcast, della funzione video.

Dopo il lancio della fase sperimentale avvenuta ad Aprile, accessibile per Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Australia e Nuova Zelanda, e di una ulteriore apertura, in luglio, anche a Italia, Germania, Francia, Spagna, Brasile e Messico, finalmente ora è accessibile a tutti questa nuova opzione, che molti creator aspettavano da tempo.

I video podcast fanno crescere la rivalità tra Spotify e YouTube?

Grazie ad Anchor, software di creazione di podcast targato Spotify, la piattaforma si mette in stretta concorrenza con YouTube che, in quanto a video, non ha mai avuto rivali, anche quando si tratta di video podcast.

La mossa di Spotify, già da tempo nell’aria, diventa definitiva proprio quando i video sono ancora più popolari e richiestissimi, nel momento, quindi, più opportuno.

Ma anche YouTube, nel frattempo, non sta a guardare perché, già un anno fa, aveva assunto Kai Chuk, con il ruolo di dirigente di podcast, mentre lo scorso Agosto è stata lanciata una home page dedicata ai podcast, riservata però agli Stati Uniti.
Di contorno, sono emerse anche alcune voci che affermano che l’azienda fosse sul punto di offrire compensi ai podcaster più famosi per filmare i loro spettacoli.

Per ora, l’adozione dei contenuti video riguarda le produzioni Spotify Originals ma anche alcuni spettacoli indipendenti, come “Call Her Daddy“, che è diventato un’esclusiva Spotify nel Luglio 2021, oltre a “Diary of a CEO” e “Always Sunny Podcast“.

Considerando i pochi dati a disposizione finora, non è possibile stabilire se e quanto l’introduzione di video abbia contribuito ad aumentare l’afflusso di utenti sulla piattaforma, né il tempo che essi trascorrono guardando gli show proposti.
Nonostante ciò, l’entusiasmo che ha accompagnato la notizia è palpabile e ha portato ottimismo circa l’evoluzione nei prossimi mesi.

Le novità per i creator

Ma cosa cambia per i creator? In realtà questi ultimi possono liberamente scegliere se passare definitivamente a questo nuovo formato per tutti i loro contenuti o se diversificarli pubblicando alcuni episodi in modalità visiva e alcuni solo in versione podcast.

D’ora in poi i podcaster saranno in grado di raggiungere tutto il pubblico Spotify, che consiste in 456 milioni di ascoltatori mensili, mentre gli ascoltatori potranno sfruttare funzionalità come la possibilità di passare dalla visione del video alla riproduzione in background.

La differenza tra YouTube e Spotify è che la prima mette a disposizione la riproduzione in background tramite il suo abbonamento a pagamento YouTube Premium, ma la seconda la rende accessibile a tutti gli utenti gratuitamente, anche non abbonati. Ciò significa che, qualora la quota di mercato dei podcast video di Spotify dovesse crescere, questa potrebbe rappresentare un vantaggio a discapito di altre piattaforme.

Spotify sta investendo molto sul podcasting in generale e continua a credere nelle potenzialità di questo settore, che sembra riuscire ad aumentare costantemente i suoi utenti proponendo loro contenuti e argomenti di qualità.

Un nemico contro cui la piattaforma deve battersi è sicuramente la pirateria, anche e soprattutto quando si tratta di video. I rapporti diramati, infatti, dimostrano come i creator tentassero di utilizzare lo strumento podcast video per scaricare film illegalmente.

Spotify ha subito annunciato di essere corsa ai ripari con nuove e sofisticate tecnologie, per cercare di porre fine in modo definitivo a questo tipo di violazione.

Insomma, come spesso accade, una novità non porta solo riscontri positivi, staremo a vedere se ne vale davvero la pena!