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Swell, la nuova app dei contenuti audio

Swell è per i podcast ciò che Twitter è per i blog: entrambe offrono la possibilità di esprimersi con limiti di spazio e tempi ridotti

Forse in Italia è ancora sconosciuta, ma negli Stati Uniti sta facendo parlare di sé una nuova app che si basa su contenuti audio.
Dimenticatevi di Clubhouse, piattaforma che dà ampio spazio a audio e podcast, che tra alti e bassi sta comunque percorrendo la sua strada e può vantare ormai utenti affezionati.
Pensate piuttosto a un Twitter ma in chiave audio: messaggi vocali brevi che però vogliono non solo attirare l’attenzione ma anche provocare una reazione da parte di chi ascolta o, più semplicemente, trovare condivisioni e assensi all’interno della community.

Swell, questo il suo nome, è tutto ciò e forse anche molto di più, poiché è capace di catturare per la sua immediatezza e freschezza, strizzando l’occhio ad un settore della comunicazione che sta prendendo ormai il sopravvento: i podcast.

Già disponibile sia su iOS sia su Android, è facilmente scaricabile da qualsiasi cellulare, poiché non sono richiesti necessariamente gli aggiornamenti più recenti, come ad esempio succedeva con Clubhouse.
Swell si presenta come un social media dinamico, giovane e familiare, che offre ai suoi utenti un caloroso benvenuto e presenta da subito tutte le sue potenzialità.

Il richiamo a Twitter è dovuto anche al limite che riguarda la lunghezza di contenuti: qui non si tratta di caratteri ma di minuti, che non devono essere più di cinque. In un mondo in cui la comunicazione è sempre più veloce e immediata, anche la lunghezza può rappresentare un deterrente, per chi non ha tempo, e neanche voglia, di perdersi in audio infiniti.

Non si trasmette solo live ma si registrano i propri contenuti e poi si lasciano sul proprio profilo, in attesa di qualcuno che li ascolti e li commenti, e che magari li trovi gradevoli.
Dal canto suo, anche colui che riceve il commento può rispondere o ringraziare per il contributo.

Swell è una startup nata a San Francisco con lo scopo, almeno all’inizio, di dare voce a persone riguardo il delicato argomento della salute, sia per avere la possibilità di sfogare ansie e paure, sia per trovare chi stava affrontando lo stesso iter.

In un secondo momento, però, è stato deciso di aprire la piattaforma a tutti coloro che avessero qualcosa di importante da dire, e creare così una community ancora più vasta, senza mai perdere di vista valori come educazione, gentilezza e capacità di ascolto. Anche se si tratta di audio brevi, infatti, Swell vuole promuovere, o far riscoprire, l’arte del saper ascoltare, senza fretta, senza pensare ad altro, senza ulteriori distrazioni.

Questa intuizione si sta rivelando brillante, poiché l’app è sempre più apprezzata e seguita, forse perché fa sentire chiunque un vero protagonista. Una volta scaricata la app, infatti, si può cominciare subito a registrare e pubblicare brevi clip sul proprio Swellcast e successivamente avere uno scambio di pareri con chi ha ascoltato il contenuto.

Avrà successo anche in Italia? Ascoltare per credere!