Il podcasting fa passi da gigante anche in radio

La pubblicità via podcast, come abbiamo di recente spiegato in un nostro articolo, si sta avviando verso un’annata e un futuro che si preannunciano molto floridi.

Infatti, secondo l’ultima ricerca Market.us, la sfera dei podcast potrebbe raggiungere una valutazione di circa 43 miliardi di dollari entro il 2032, segnando un notevole tasso di crescita annuo pari al 14,5%.
Questa rosea previsione si basa su esperienze pubblicitarie mirate e coinvolgenti, raggiunte grazie ad un pubblico che ha dimostrato di esserne particolarmente incuriosito.

rosee previsioni per la pubblicità via podcast 

Nel corso dei prossimi otto anni, dunque, si prevede che la maggior parte delle entrate arriverà da annunci pubblicitari letti dall’host seguiti da spot programmatici.

Ancora una volta, il Nord America si appresta ad essere il mercato numero 1, nonostante l’Asia stia facendo passi da gigante. Ciò si spiega considerando una rete di podcasting ben più ampia e matura, oltre a un solido mercato pubblicitario e una elevata presenza di Internet in ogni zona.

La previsione Market.us è in linea con uno studio del 2023 di Acast, condotto negli Stati Uniti, in Canada, in Australia, nel Regno Unito e a Singapore.

Quanto si evince è che circa il 62% dei marketer globali con precedenti esperienze nella pubblicità dei podcast si aspetta che la crescita del mezzo continui, con l’intenzione di aumentare la spesa pubblicitaria. Singapore, che sta assistendo alle fasi nascenti del podcasting, vede il 37% dei marketer prepararsi a un aumento significativo degli investimenti pubblicitari.

Anche le aziende radiofoniche hanno deciso di adattarsi al notevole cambiamento dei modelli di consumo audio, forti dei dati diramati da Share of Ear del Q2 2023 di Edison Research, che hanno mostrato che l’audio on-demand ha superato per la prima volta l’audio lineare tra gli ascoltatori di età pari o superiore a 13 anni.

A questo proposito, le piattaforme on-demand rappresentano il 50,3% del consumo audio giornaliero, mentre le piattaforme lineari rimangono al 49,7%. In sette anni ne è passata di acqua sotto i ponti, se si pensa che l’ascolto lineare era in testa rispetto a quello on demand di ben 38 punti percentuali. E noi crediamo che sia solo l’inizio.