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Gli inserzionisti sempre più attirati dall’audio digitale

Uno studio condotto da GroupM/Nexus con IAB Europe ha messo in evidenza la tendenza secondo cui i media buyer stanno conquistando il mercato della pubblicità audio digitale.

Sébastien Ruiz, Head of AudioM, il centro di competenza audio di GroupM / WPP in Francia, ha spiegato che obiettivo di questa ricerca era proprio quello di analizzare la situazione del mercato audio nel continente europeo confrontando la visione degli acquirenti e degli editori di media nel periodo 2019-2023.

Inserzionisti sempre più affascinati dalla pubblicità via audio

Prendendo in considerazione questo lasso di tempo, emerge che l’attenzione degli inserzionisti nei confronti di questo mezzo di comunicazione è considerevolmente aumentata: il 40% di loro non ha investito nei media nel 2019 rispetto a solo il 3% di oggi.

Inoltre il 73% degli intervistati ha dichiarato che dall’1% al 25% della loro spesa pubblicitaria totale è stata investita nell’audio digitale, mentre il 24% di loro afferma che questa percentuale è compresa tra l’11% e il 25%. Questi dati dimostrano che l’audio digitale ha ancora tanto da dire e da offrire nel campo della pubblicità.

Passando agli editori, il 66% di loro afferma che dall’1% al 25% delle loro entrate pubblicitarie totali proviene dalla pubblicità audio digitale.

Gli inserzionisti scelgono l’audio perché consapevoli delle sue virtù e dell’impatto che ha sugli utenti, ma sanno anche che i marchi vanno guidati e istruiti poiché ancora non sono del tutto consci delle potenzialità del mezzo. E dietro queste potenzialità ci sono ampi margini di miglioramento e di crescita.

A confermarlo è l’Osservatorio SRI, secondo il quale il mercato dell’audio digitale raggiungerà i 98 milioni di euro nel 2023, in aumento del 30% rispetto al 2022. L’audio digitale ha riunito 1763 inserzionisti nel 2023, ovvero +62% rispetto al 2022, un segmento del settore della distribuzione +25% del settore automobilistico +50% e dei servizi +36%.

GroupM, dal canto suo, ha registrato un aumento della spesa pubblicitaria audio pari al 60% l’anno scorso e questo risultato sta portando nuovo impulso alla radio, che infatti lo scorso anno ha registrato un aumento del +16% degli investimenti pubblicitari sul mezzo.

Gli inserzionisti sono attirati soprattutto dagli annunci letti direttamente dagli host, nonché dagli episodi in co-branding e si prevede che questo trend attivi in un prossimo futuro una reazione a catena e a un ulteriore mutamento, per eccesso, dei dati.