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Licenziamenti e giri di poltrone per Spotify

Spotify attua un piano di licenziamenti e cambi al vertice: inizia una nuova era?

Spotify ha deciso di snellire il suo organico ed ha attivato una serie di licenziamenti, soprattutto in ambito pubblicità e business.

Tra i nomi illustri, quello che ovviamente salta all’occhio è Dawn Ostroff, Chief Content e Advertising Officer, che va ad unirsi al 6% del totale di forza lavoro tagliata, a solo un anno di distanza dall’acquisizione di Podsights e Chartable.
In questo caso, fa sapere la società, si è trattato di un allontanamento volontario, dopo che per quattro anni Daniel Ek, amministratore delegato della società, aveva fatto affidamento su di lei per supervisionare spettacoli che sono poi diventati successi come Joe Rogan Experience, Call Her Daddy e Batman Unburied.

Alex Norstrom al posto di Dawn Ostroff come chief business officer

A sostituire Ostroff sarà Alex Norstrom, nuovo Chief Business Officer, a cui faranno capo i talk content heads Julie McNamara, Max Cutler e Bill Simmons.

Daniel Ek considera questi tagli e questi giri di poltrone indispensabili per consolidare la collaborazione aziendale, al centro ora di una rivoluzione supportata da un investimento notevole da parte dei vertici e da risultati sicuramente positivi: non per nulla Spotify è la piattaforma leader del settore, con oltre cinque milioni di podcast attuali e un aumento di 30 volte del consumo di podcast sulla piattaforma.

C’è chi però storce il naso e vede l’abbandono di Ostroff come qualcosa di pericoloso per la società. Nostrom non può contare sulle medesime radici hollywoodiane e si presenta come un dirigente capace ma più tecnologico. Per questo, i casi sono due: o ci si appresta ad un profondo cambiamento oppure McNamara, Cutler e Simmons avranno più autonomia e collaboreranno alla pari.

Licenziamenti nei settori pubblicitario e commerciale: mossa inevitabile?

Ciò che desta maggiore preoccupazione, però, sono i licenziamenti nei settori pubblicitario e commerciale, soprattutto perché si trattava di dipendenti approdati a Spotify attraverso le acquisizioni di Podsights e Chartable avvenute un anno fa, come annunciato in un nostro articolo in quel periodo.

È una mossa inaspettata se si pensa alle conseguenze che queste due acquisizioni avevano portato, ovvero l’aumento delle entrate pubblicitarie del 26% nei primi nove mesi del 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021.

L’aspetto da considerare è che si erano aggiunti più dipendenti in ruoli simili a quelli che già lavoravano in Spotify, in particolare a seguito dell’acquisizione di Megaphone nel 2020.

Ciò significa che occorre una strategia più efficace per far lavorare e collaborare in armonia tutte le nuove acquisizioni relative ai podcast, che sono Anchor, Megaphone, Podsights e Chartable.

A fronte dei 600 licenziamenti attuati, Spotify potrà contare su una organizzazione più snella e probabilmente più facile da gestire, tanto che, ad oggi, sono chiuse tutte le posizioni lavorative, tranne gli stage.

Scelta giusta da parte di Daniel Ek? Staremo a vedere.