Ipsos Audio Digital Survey 2023: i podcast godono di ottima salute

 

 

Dopo un attimo di smarrimento, quando sembrava che il settore podcast si stesse assestando senza registrare più exploit considerevoli, oggi si può affermare con certezza che il podcasting gode di ottima salute e, soprattutto, è destinato a rimanere tra le abitudini quotidiane degli italiani.

A dimostrarlo sono i recenti risultati di Ipsos Digital Audio Survey relativi all’anno in corso per quanto riguarda misura l’ascolto e la modalità di fruizione di tutte le forme di Digital Audio, con il podcast come osservato speciale. Questo studio è dal 2019 un punto di riferimento per gli addetti ai lavori del mondo del podcast, poiché è indispensabile essere aggiornati ed avere i mezzi necessari per rimanere informati.

Ipsos: Chi sono gli ascoltatori di podcast?

Entrando più nello specifico, sono sempre i giovani a mantenere alta la percentuale di ascolto e di interesse, tanto da aver fatto registrare un aumento in percentuale di tre punti per la fascia di età tra i 16 e i 60 anni, passando così dal 36 al 39 per cento, corrispondente a 11,9 milioni di ascoltatori. È un pubblico più giovane della media, con livello di istruzione o professionale elevato; inoltre si tratta di consumatori responsabili, curiosi nei confronti delle tecnologie e ben disposti verso prodotti e servizi premium nonché sensibili alle raccomandazioni degli artisti che seguono.

Nonostante il podcast sia un format adatto all’ascolto anywhere anytime, le abitudini sembrano radicate: il 75 per cento si collega tramite smartphone, preferito nettamente al computer (33%, in calo), tablet (23%), e ai nuovi dispositivi digitali come smart speaker (13%). Prevale ancora l’ascolto a casa (74%) nonostante sia aumentata la fruizione in auto (33%) mentre rimangono pressochè invariati le percentuali di chi ascolta sui mezzi di trasporto (20%) o in strada/camminando (21%).

Altro dato positivo è relativo al fatto che quattro ascoltatori di podcast su dieci dichiarano di ascoltare più podcast rispetto a un anno fa e che, grazie al maggior tempo trascorso su questo mezzo, l’opinione generale è nettamente migliorata, chiaro segnale che i prodotti di qualità a disposizione sono tanti e relativi a molteplici argomenti.

La qualità rimane sempre al primo posto

Ciò che spinge verso il podcast è l’interesse per un argomento specifico (32%) ma si sta riducendo il gap con altri attivatori quali: siti di news, post sui social, passaparola social e offline, suggerimenti da piattaforme podcast, contenuti ascoltati in televisione o alla radio.

La qualità si dimostra alla base della continuità di fruizione, poiché porta l’utente ad ascoltare fino alla fine della puntata, ed è ciò che avviene per il 57 per cento di essi. Questo è un dato per nulla scontato e per nulla negativo, soprattutto sapendo quanto è facile perdere l’attenzione e passare a fare altro.

Gli ascoltatori, inoltre, sono seriali e molto fedeli, tanto che la percentuale di chi ascolta serie di podcast è al 78 per cento. Tra loro, il 43 per cento arriva alla fine. Si tratta di un dato rilevante perché la fidelizzazione porta ad una ritualità e ad un’abitudine che genera conversazioni, condivisione e passaparola.

Considerando i notevoli passi avanti compiuti dal podcasting, appare ovvio l’interesse suscitato nei brand, i quali stanno finalmente cominciando a considerare i podcast come mezzo di comunicazione efficace e irrinunciabile. In questo ambito, è importante rilevare come il ricordo delle pubblicità associate ai podcast sia cresciuto fino al 78 per cento, con un picco relativo proprio ai branded podcast.

Rimane al 71 per cento la percentuale di chi ricorda l’advertising abbinato ai podcast e l’attivazione in seguito a comunicazioni pubblicitarie, che si manifesta nella ricerca di informazioni (28 per cento, dato in crescita), seguita da passaparola (22%) e acquisto (15%).