Pro e contro dell’intelligenza artificiale nei podcast

 

L’intelligenza artificiale si sta facendo sempre più largo nel settore dei podcast, come già espresso in alcuni nostri precedenti articoli, tanto da essere considerata una vera e propria rivoluzione. Ciò si può intuire dal fatto che sono sempre più numerosi nuovi strumenti podcast basati sull’intelligenza artificiale, in grado di supportare e cambiare il modo di creare, distribuire e promuovere i propri podcast.

L’Intelligenza artificiale può regolamentare i podcast

Più nello specifico, l’intelligenza artificiale sarà in grado di rendere il podcast più regolamentato, fattore che fino ad ora veniva considerato colpevole dello scetticismo degli inserzionisti che ancora non si fidano ad investire in modo considerevole nel settore.

Si sta lavorando in questa direzione su più fronti, ad esempio sviluppando uno strumento basato sull’IA per rilevare la disinformazione nei podcast, ma anche uno che sia in grado di valutare la sicurezza e l’idoneità del marchio a livello di episodio.

Questi strumenti possono scansionare masse di contenuti audio utilizzando un sistema di tagging e algoritmi di apprendimento automatico. La tecnologia può quindi segnalare qualsiasi episodio che discuta di argomenti potenzialmente controversi o includere parolacce in modo che gli inserzionisti possano evitarli.

Ma, se ciò porta maggiori opportunità pubblicitarie, ed è buona cosa, è anche vero che si rischia di snaturare la vera natura del podcast, ovvero essere senza filtri, fattore che ne ha decretato il successo. Si tratta, però, di un compromesso da accettare se si vuole arrivare a monetizzare.

ADDIO ALLE BARRIERE LINGUISTICHE

L’intelligenza artificiale può rivelarsi uno strumento fondamentale per il podcasting per eliminare le barriere linguistiche. I podcaster, infatti, ricorreranno a NPL, Natural Language Processing, non solo per le trascrizioni in altre lingue ma anche per l’audio.

Con una combinazione di tecnologia NLP e di clonazione vocale, probabilmente ogni podcast diventerà disponibile in più lingue. Quindi, una combinazione di sintesi vocale e tecnologia di clonazione vocale potrebbe tradurre automaticamente i podcast in altre lingue senza alterarne la voce. Si tratterebbe di una rivoluzione che permetterebbe ad ogni podcast di diventare internazionale all’istante.

IA ancora non adatta per gli annunci pubblicitari

Il discorso cambia quando si utilizza la tecnologia di clonazione vocale per annunci pubblicitari via radio: in questo caso, infatti, può venir meno l’empatia che si crea tra la voce del deejay e l’ascoltatore, e ciò rischia di rendere l’annuncio poco credibile, o comunque, piuttosto freddo.

Il podcast, di conseguenza, rimane il mezzo di comunicazione perfetto per la pubblicità, grazie all’empatia che si crea rispetto a mezzi come la radio e la televisione. Gli annunci letti dagli host sono ancora i più incisivi perché gli ascoltatori si fidano delle voci dei loro podcast preferiti, quindi l’IA in questo campo deve fare ancora tanta strada.

Al contrario, l’intelligenza artificiale piace molto ai podcaster principianti, che decidono di utilizzarla per dare ulteriore professionalità ai loro contenuti. Il dubbio però è legato alla qualità: l’IA riesce a garantirla?

Se, infatti, uno dei motivi di successo dei podcast è la passione e l’impegno che traspaiono all’ascolto, ci si chiede se una voce impersonale possa far trasparire tutto ciò, e se possa coinvolgere gli ascoltatori nello stesso modo.

Insomma, la forma ha inevitabilmente la sua importanza, specialmente ora che la scelta tra i podcast si fa numerosa, ma non si deve mai rinunciare alla qualità, che deve essere altissima per accontentare le esigenze di utenti sempre più attenti ed esigenti. Esistono perciò pensieri contradittori sull’avvento dell’IA nel mondo del podcasting: probabilmente la decisione corretta sarà utilizzarla a piccole dosi e solo per alcune funzioni, ma non per prendere completamente il posto dell’host, il cui legame con il pubblico rimane imprescindibile.