La soft skill del podcast? L’intimità…

 

 

La parola podcast è entrata ormai a pieno titolo nel nostro immaginario collettivo. Non serve definirla. Ormai tutti la conoscono e tutti ne hanno ascoltato almeno uno. Ma non tutti ne hanno definito con chiarezza il profilo e le caratteristiche. Affidandoci alle tecnologie di fruizione della lettura, molti di noi si sono ormai abituati a “leggere” le news attraverso le cuffie e gli auricolari.

Qui non intendo parlare della codifica dei file audio o delle ultime tecnologie disponibili sul mercato. Desidero invece trattare una delle soft skill del podcast. Nello specifico vorrei provare a descrivere quello che considero personalmente il tratto somatico dominante di questo strumento di comunicazione.

Vorrei parlare di intimità, qui intesa come qualcosa che ci permette di raccoglierci in piena libertà e assoluta discrezione all’interno di noi stessi. E di come questa intimità possa avere delle implicazioni strutturali e strategiche a livello sia collettivo sia individuale. Proviamo a dirlo ad alta voce con il volume al massimo e i microfoni accesi: il podcast è intimo!

il podcast SI ASCOLTA IN CUFFIA

E lo è per tre principali motivi. Il primo è anche il più semplice: riguarda banalmente il fatto che il podcast si ascolta in cuffia (altrimenti in macchina ad alto volume, ma comunque in solitudine). In questo modo, il podcast diventa immediatamente un’esperienza di carattere privato, un momento di raccoglimento quasi “maieutico” che dedichiamo a noi stessi e che ci aiuta a isolarci dal mondo esterno. Lontani dal frastuono chiassoso della quotidianità.

il podcast SI ASCOLTA DA SOLI

Il secondo motivo lo possiamo rintracciare nel fatto che non ascoltiamo un podcast interagendo con altre persone. Non si potrebbe utilizzare come sottofondo musicale in un ristorante, o durante una festa, perché non ne fruiremmo adeguatamente e arrecherebbe disturbo agli altri

Possiamo però ascoltarlo durante un tragitto in macchina, un viaggio in aereo, mentre facciamo la spesa, durante una passeggiata o mentre facciamo jogging (che è la mia fruizione principale).

Il podcast tendenzialmente lo ascoltiamo quando siamo soli o mentre stiamo facendo altre attività. Acquisisce così una funzione di intrattenimento personale e di interazione diretta e privilegiata con la nostra voce interiore. Possiamo solo ascoltarlo.

Senza poter vedere immagini, le cerchiamo. Così, attraverso l’immaginazione, accediamo alla percezione interiore e, quindi, alla nostra sfera intima. Che sia per noi uno strumento informativo, educativo, o di svago, sappiamo che ci intratterrà stimolando un dialogo con noi stessi. Per questo mi piace dire che il suo ascolto è silenzioso.

IL PODCAST è UN AUDIO ON DEMAND

Il terzo e ultimo motivo che ci aiuta a comprendere la relazione tra podcast e intimità è del tutto diverso dai precedenti: mi piace definirlo “disruptive”. Si manifesta al momento della scelta, quindi ben prima dell’ascolto!

Un podcast è un audio on demand. Siamo noi a sceglierlo. Siamo noi a decidere quando ascoltarlo. Ed è questa la libertà che ci riporta al nostro concetto di luogo intimo e introspettivo. E’ questo che rende il podcast uno strumento di comunicazione molto potente. Perché consente a chi parla di rivolgersi a un preciso e attento interlocutore. Concede la libertà di esprimere i propri valori. Consente di costruire e di parlare in maniera confidenziale con la nostra community

Il podcast crea valore sia per chi parla sia per chi ascolta. Ed è qui che riconosciamo il suo tratto somatico dominante. Perché sappiamo in anticipo che parleremo a qualcuno. Che questo qualcuno ci ascolterà perché vorrà farlo e, proprio per questo, sarà nella sua migliore predisposizione. Ed è con questa fondamentale consapevolezza che vi chiedo di tenere presente questo breve articolo quando ascolterete il prossimo podcast.

Buon ascolto!