Contest di giugno: la parola ai vincitori

Dietro ai racconti ci sono le storie, i sentimenti e i libri letti da chi scrive. E noi volevamo scoprire quali siano quelli dei vincitori dei nostri primi contest di Podcastory, così li abbiamo intervistati.  

In questo articolo del blog, vi raccontiamo le risposte a tre domande sulle origini della loro passione per la scrittura. Vi regaliamo un mosaico delle risposte per presentarvi i nostri sette vincitori: per il contest Chiudi gli occhi e ascolta Emanuele Finardi, Carla Negrini, Chiara Zaccardi; per Voce, momento, musica Fabio Astone, Giuseppe Paolone, Jacopo Santambrogio; e per Mi accendo una sigaretta Mattia Carnesecca e Giuseppe Paolone.

Cosa provi quando scrivi?

Tanta curiosità ed entusiasmo di capire come si svilupperà la storia e quanto sarà diversa da come me l’ero immaginata inizialmente – Mattia

Libertà. Pace. Soddisfazione. È uno dei rari momenti in cui mi sento bene con me stessa – Chiara

Liberazione. Spesso parto da un concetto o comunque da qualcosa che vorrei dire ma che non ho mai avuto il coraggio di fare apertamente. Metterlo per iscritto, camuffandolo all’interno di una storia, è davvero terapeutico – Carla

Una gioia immensa. Come se mi trovassi nel luogo più bello della terra anche se sono a casa, in mutande, e col frigo desolatamente vuoto… – Emanuele

Libertà, gioia, un’energia incredibile. – Fabio

Scrivo raramente. Quando mi capita spesso sono testi per pubblicità, voci narranti e così via. Le migliori nascono quando mi trovo completamente rapito dall’idea ed è lei a manifestarsi – quasi da sola – sulla tastiera. In questo caso l’idea del racconto è stata di mia moglie Laura Russo con cui ho co-partecipato al contest. Io sono stato solo l’esecutore – Jacopo

Voglia di stare solo in silenzio magari in compagnia di buona musica e di tanta ispirazione – Giuseppe

Quando hai scritto il primo racconto?

Non ho un ricordo preciso di un mio primo racconto. Da bambino mi divertivo a immaginare personaggi e creare storie, ma difficilmente queste finivano su carta. Ho iniziato a considerare seriamente la scrittura intorno ai sedici anni, quando ho scoperto il mondo della sceneggiatura. – Mattia

Alle elementari guardavo i cartoni animati in tv e inventavo nuovi episodi, che poi pretendevo di mettere in scena durante l’intervallo con le mie amiche – Chiara

Ero piccolo, 10 anni. Una storia di una gita in famiglia molto surreale e onirica. – Fabio

Ho iniziato a 14 anni dopo un 4 in disegno tecnico: mi è sembrato chiaro che non avrei mai potuto fare l’ingegnere – Emanuele

Circa sei anni fa, era un racconto natalizio che ho girato a tutti i miei amici. Da allora i racconti sono diventati tanti alcuni sono rimasti nel cassetto altri hanno visto la luce, mentre i romanzi stanno cercando ancora la loro strada. – Giuseppe

Ho scritto il mio primo racconto all’età di 23 anni. Prima d’allora non avevo mai scritto nulla: fin da bambina sono stata un’accanita lettrice e sognatrice, ma non mi era mai passato per la mente di mettere su carta quello che immaginavo. Poi, a quell’età, mi sono iscritta alla Scuola del Fumetto di Milano. Una delle materie del corso era sceneggiatura. Prima di affrontare la sceneggiatura di fumetti, con il nostro insegnante abbiamo analizzato tutti i generi letterari e, per ognuno di essi, abbiamo scritto dei racconti in prosa. Ho scoperto che mi piaceva un sacco e d’allora non ho più smesso! – Carla

Mi verrebbe da rispondere… in occasione del contest Podcastory. Forse scrissi qualcosa d’altro, in passato, ma davvero molto tempo fa e al momento non me lo ricordo – Jacopo

Qual è il tuo libro preferito?

Più che un libro preferito, ho una collana di libri preferiti: Piccoli Brividi. Da bambina li divoravo. Ho sempre amato le storie di fantasmi, streghe e vampiri e, ancora oggi, non ho mai smesso di leggerli – Carla

Il mio libro preferito è “It” di Stephen King. Mi ha fatto compagnia durante l’estate dei miei diciassette anni e il fatto che sia horror conta poco: gli horror mi piacciono ma qui la parte migliore è la storia di amicizia che lega il gruppo dei Perdenti, ognuno alle prese con le proprie paure. La vita è più leggera quando si hanno dei buoni amici. – Chiara

Il mio libro preferito in assoluto è “L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Kundera. Il libro che avrei voluto scrivere è “L’Avversario” di Carrere. Il mio libro preferito in questo momento è “Lezioni di letteratura” di Cortàzar – Emanuele

Penso che rimanga ancora “Signor Malaussene” di Daniel Pennac. Ma è il mio preferito da troppo tempo e non vengo l’ora che venga superato da un nuovo capolavoro – Jacopo

Incuriosito dalla serie HBO, ho da poco letto “Big Little Lies “di Liane Moriarty. L’ho divorato in qualche giorno ed è decisamente entrato a far parte della mia Top Ten – Mattia

Ne citerò tre: “Il Gattopardo” di Tomasi Di Lampedusa, “Caro Michele” di Natalia Ginzburg e tutti i racconti di Carver. – Fabio

Ce ne sono tanti davvero, al momento è tornato in auge “Cristo si è fermato a Eboli”, forse perché sono stato da poco a Matera, e “Fontamara”. Aggiungerei anche uno dei miei racconti preferiti, anzi devo dire il mio podcast preferito, visto che l’ho scoperto proprio con un audiolibro: “Limonata” di Carver, credo di averlo ascoltato almeno una decina di volte.  – Giuseppe 

E la domanda finale: Se domani ti dessero in mano il libro in cui si racconta la tua storia, leggeresti il finale? Lo faresti leggere a qualcuno? Oppure te ne libereresti senza leggere neanche una parola?

Me ne libererei immediatamente. Un tempo ero un maniaco del controllo, ora invece adoro le sorprese che la vita ti offre.

Se esistesse davvero un libro del genere, non resisterei alla voglia di scoprire cosa succede alla fine, anche se potrebbe essere qualcosa che non mi piace. In quel caso, penso che farei di tutto per cambiare la storia.

Leggerei soltanto il nome dell’autore in copertina. Poi ci tirerei sopra una riga, aprirei il libro e comincerei a riscriverlo.

Sarei molto curioso di leggere il finale e lo farei assieme alle persone protagoniste della mia storia magari cercando di trovare un lieto fine in caso ce ne fosse bisogno.

Le strade per arrivare alla scrittura sono tante e tortuose. Scrivere è a metà tra l’arte e l’artigianato, un’attività intima e segreta, che nasce da sentimenti veri e l’urgenza di comunicarli al mondo. La letteratura ci serve a sentire che apparteniamo, diceva Fitzgerald, perché leggendo e scrivendo raccontiamo storie universali che aiutano a sentire i legami, a tirarci fuori dai guai e ad essere coraggiosi.

Tra pochi giorni sentiremo i loro podcast, ma nel frattempo noi di Podcastory non ci fermiamo e non vediamo l’ora di rivederli (e vedervi) all’opera sui contest di luglio.