L’Africa del podcasting procede a grandi passi

 

Se solo cinque anni fa in Africa era solo il 22 per cento della popolazione a sapere cosa fosse un podcast, ad oggi le cose sono molto cambiate, tanto che l’era del podcasting sembra essersi avviata definitivamente. Non si tratta solo di mettersi all’ascolto di contenuti provenienti da altri paesi, perché, al contrario stanno sbocciando tantissimi spettacoli dal vivo, senza dimenticare il settore merchandising e la pubblicità sui podcast.

Kenya, Nigeria e SudAfrica comandano la scalata dei podcast

Ciò è stato confermato da Molly Jensen, CEO di Afripods, una piattaforma panafricana di hosting di podcast con sede a Nairobi, in Kenya che, insieme a Nigeria e Sudafrica, rappresenta uno dei mercati più sviluppati del continente. A stabilirlo è stato anche un recente studio effettuato da Africa Podfest in collaborazione con Baraza Media Lab: i mercati di questi tre paesi sono considerati punti di riferimento quando si tratta di cogliere il comportamento degli ascoltatori di podcast e i dati dei creatori di podcast.

Da una stima, inoltre, si evince che entro il 2025 il 68 per cento dei podcast in Kenya sarà ascoltato su smartphone, mentre in Sud Africa il 25 per cento delle persone sopra i quindici anni già ascolta un podcast ogni giorno. Ma quello che più piacevolmente è stato rilevato riguarda le voci più giovani, che sono riuscite ad emergere e ad imporsi, grazie alla loro determinazione e innovazione, come ha reso noto il Digital News Report 2023 di Reuters.

Giovani e donne a capo della rivoluzione podcast

James Smart, caporedattore di Newsroom Production per il Nation Media Group con sede in Kenya, conferma questa tendenza, con i giovani alla ribalta perché attratti da storie molto personali e autentiche: per loro è fondamentale dare un risvolto personale ai propri contenuti e trovare un punto di contatto con i podcaster. 

E, ovviamente, quando si parla di autenticità, cadono i tabù, così come le narrazioni classiche: per le voci più giovani non ci devono essere argomenti intoccabili né un intreccio da seguire: si esprime ciò che viene in mente e lo si racconta nel modo che sembra più opportuno, indipendentemente dalle tematiche scelte, che possono essere relazioni, salute mentale, economia, tecnologia.

Passando ai generi più amati dagli ascoltatori di podcast, sono anche qui il true crime e il giornalismo investigativo, soprattutto se nel format dell’intervista, seguiti dai podcast storici.

Insieme ai giovani, i paladini di questa rivoluzione podcast in Africa sono le donne, come pubblico, creatori e leader. Alcuni esempi sono: Legally Clueless, un podcast di Adelle Onyango, che è stato il primo podcast in Kenya trasmesso alla radio; The Podcast Sessions, la prima rivista di podcasting del continente; l’oXoFest in Benin e l’Africa Podfest in Kenya, fondati e gestiti da donne, che finalmente possono dar voce ai loro pensieri e avere la visibilità per tanto tempo negata.

Ovviamente c’è ancora strada da fare, ad esempio per quanto riguarda la distribuzione e la monetizzazione, anche se negli ultimi due anni sono stati fatti grandi passi avanti e grandi cambiamenti all’interno dei podcast, aggiungendo immagini e filmati video all’audio, al fine di raggiungere le grandi piattaforme.

Qualcosa si muove da parte degli inserzionisti, che si stanno spostando dai modi tradizionali per rivolgersi invece ai nuovi media. Se una volta i generi e i settori considerati di nicchia non interessavano affatto, o comunque marginalmente, ora si assiste ad un’inversione di rotta, perché è sempre più chiaro che non si può prescindere dai podcast.

Considerando la posizione dei creator, non sono certo fermi ad aspettare, perché al contrario organizzano eventi dal vivo, con campagne di community building per aumentare la consapevolezza. Spesso accade che gli eventi, ospitati da cinema o teatri, vengano pubblicizzati all’interno delle loro comunità per poi essere prepagati dai loro follower. Dal canto loro, le redazioni di qualsiasi media devono considerare esigenze ed aspettative del proprio pubblico, offrendo loro ciò che vogliono e ciò che si aspettano, soprattutto quando si tratta di divulgare notizie ed informazioni, dicono in coro Jensen e Smart.