Niente più carosello dei podcast su Google

I clic e le impressioni relative ai podcast dei creator spariranno dal motore di ricerca Google dal 13 febbraio

Sembra che i podcaster che postano con frequenza i loro contenuti sulle piattaforme online stiano per avere la strada non più spianata ma, anzi, in qualche maniera accidentata.

Le conseguenze della scomparsa del carosello dei podcast su Google

Cosa succede? È apparso online un avviso molto eloquente, e preoccupante, secondo cui Google, nel suo motore di ricerca, non mostrerà più il carosello dei podcast. Si tratta di una brutta ed inaspettata notizia per i creator, per i quali è invece molto importante avere consapevolezza del gradimento e dell’ascolto dei loro prodotti.

Un pensiero ovvio e scontato per molti, ma non per Google, che ha quindi reso noto questo avviso su Google Podcast Manager in maniera perentoria. In poche parole, questa decisione è già presa e come tale va accettata.

Ciò significa che le statistiche, a cominciare dal 13 Febbraio, non saranno più veritiere, poiché a causa dell’eliminazione di questa funzione clic e impressioni subiranno un calo vertiginoso, fino a sparire del tutto.

Ecco la traduzione dell’avviso pubblicato: “Nota: Ricerca Google smetterà di mostrare i caroselli dei podcast entro il 13 Febbraio. Di conseguenza, i clic e le impressioni in come le persone trovano il tuo programma scenderanno a zero dopo quella data”.

Dal 13 febbraio i podcaster non potranno più contare su clic e impressioni sui loro contenuti

A rigor del vero, sembra che questa intenzione fosse già stata attuata in precedenza, perché un gruppo di SEO che gestiscono podcast popolari o amano consumare podcast, ha notato che il carosello dei podcast era scomparso dai risultati di ricerca di Google. Ed è ciò che ufficialmente accadrà dal 13 Febbraio prossimo.

Le reazioni da parte degli addetti ai lavori non si sono fatte attendere, e in tanti vedono questa decisione come un preludio alla sparizione di Google Podcasts, o comunque un calo di interesse e di attenzione che noi definiremmo quantomeno avventati.
Le ricerche di Google rappresentano sicuramente un punto di riferimento per i creator e questa inversione di rotta viene considerata un’occasione mancata da parte del motore di ricerca, che invece avrebbe molto da offrire.

Considerando poi che Google propone di scaricare i dati storici, poiché potrebbero nel tempo essere rimossi, sembra proprio che questa sia la direzione presa dalla piattaforma.

Non è solo Spotify che sta attuando una serie di cambiamenti, ma anche Google, anche se con dinamiche e intenzioni del tutto diverse.

Staremo a vedere quali saranno le reali conseguenze.